Udine, profugo tenta di violentare una studentessa in una strada

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Intensificare i controlli sui profughi per aumentare la percezione di sicurezza.
Dopo gli ultimi episodi occorre più prudenza da parte dei cittadini anche nel muoversi in città.

Gli episodi del bacio prima da parte del profugo a una ragazza in piazza Primo Maggio e l’aggressione e tentata violenza dello stesso richiedente asilo a una studentessa, certificano come a Udine è diventato pericoloso muoversi anche in pieno giorno. Non è il primo caso che si registra in città, un altro caso di aggressione era successo nel giugno dello scorso anno nel sottopasso ferroviario.  Honsell, il partito democratico e tutta la sinistra che amministrano la città devono assumersi le colpe. Con la loro propaganda buonista di accogliere chicchessia, stanno procurando danni incommensurabili al tessuto sociale. È davvero sconcertante che, il 24 enne pachistano protagonista degli episodi con problemi di natura psichiatrica accertata, era libero di muoversi per la città. Grave è che nessuno, e in particolar modo chi era deputato al controllo e alla sorveglianza non abbia messo in atto delle precauzioni e controlli sull’individuo. Sono tutti campanelli di allarme che evidenziano una situazione divenuta intollerabile. Poco conta se il numero dei profughi a Udine sia di poco diminuito, è la qualità di chi entra nel nostro Paese che va messa sotto esame, poiché è risaputo che la reale percentuale di chi ha il diritto all’asilo è veramente bassa, il resto sono clandestini e altri ancora poveracci che scappano dalla miseria. Quello che da anni Forza Italia continua a denunciare è un sistema di accoglienza che fa acqua da tutte le parti, manca una programmazione seria e governabilità del fenomeno, considerato il fatto che non può essere considerata più un’emergenza, ma un problema strutturale. Non solo, all’incapacità politica e gestionale dei flussi vanno aggiunte le lungaggini burocratiche delle commissioni territoriali. Oltre un anno per accertare o no il diritto di rimanere in Italia di un profugo, danno l’idea e la dimensione di un fenomeno non più governato, ma subito. Anche i numeri parlano chiaro. In tre anni sono passati per Udine oltre 13 mila profughi, e nel 2016 in 6 mila hanno presentato richiesta d’asilo politico in questura. Dati preoccupanti se consideriamo che numero dei profughi stabilmente presenti in città supera quota 1000, numero ben superiore di quello previsto dal piano della ripartizione. Sarebbero previsti 2,5 profughi ogni mille abitanti, ciò significa che a Udine non dovrebbero superare le 250 unità. Su quest’ultimo dato, si capisce come Honsell scrivendo lettere al Ministero fa solo finta di affrontare il problema. Una sinistra ipocrita che prima fa di tutto per accogliere e solo adesso in vista delle prossime tornate elettorali per non perdere consensi, prova ad alzare la voce.