Sulla questione nomine del teatro Giovanni da Udine è evidente che il Sindaco Honsell e l’assessore alla cultura Pirone hanno accettato di consegnare alla Regione e nelle mani dell’assessore triestino Torrenti la gestione del teatro friulano. Un atteggiamento di genuflessione nei confronti di Trieste che non comprendiamo e non lo accettiamo. L’idea di rimanere schiacciati è reale, se ogni qualvolta le decisioni importanti vengono prese altrove. Ma poi c’è anche un altro concetto: La rinuncia all’autonomia del teatro udinese. Questo appare evidente, l’ennesimo smacco ai friulani. Forza Italia rivendica questa autonomia ed è sempre pronta a difenderla a maggior ragione per il teatro. Lo abbiamo fatto anche nella recente commissione cultura dove all’ordine del giorno c’era la nomina del presidente della fondazione teatro Giovanni da Udine, e invece, per 25 minuti l’assessore Pirone ha parlato di passato e futuro del teatro, liquidando in soli 30 secondi la proposta delle nomine. Proprio in quella sede ho denunciato la mano lunga della Regione che ha imposto la scelta su Paolo Vidali. Consapevoli che al consiglio comunale e alla commissione cultura non spetta tale nomina, comunque ci aspettavamo più trasparenza, quanto meno sarebbe stato corretto presentare tale proposta con un curriculum dove potevamo leggere i passati professionali. Invece nulla. Tutti abbottonati e in primis la maggioranza e il partito democratico che addirittura senza conoscerlo e senza nessun strumento in mano per poter valutare meglio il percorso professionale, in aula ha lodato questa scelta. E poi altro tema importante che non dobbiamo dimenticare. La forte riduzione dei contributi da parte dell’amministrazione comunale di Udine (taglio di quasi due terzi dei contributi erogati in passato e senza che nessuno protestasse per i “tagli alla cultura”) questo non fa ben sperare. E forse la chiave sta qui del perché Udine è stata espropriata dalle scelte e lasciata ai margini del non decidere.